Opinione su Giuseppe Bruscolotti: Bandiera del Napoli

Bandiera del Napoli

20/12/2016

Vantaggi

Difensore roccioso e veloce. Persona perbene.

Svantaggi

Non è stato mai convocato in Nazionale.


Per i tifosi del napoli è semplicemente "pal 'e fierro (palo di ferro), all'anagrafe di Sassano, invece, è registrato come Giuseppe Bruscolotti.
Sedici stagioni con la maglia azzurra, lo hanno portato ad essere uno dei calciatori più amati di sempre della storia calcistica partenopea.
Difensore a dir poco arcigno, dalla grande generosità e dotato di buona velocità, faceva della sua prestanza fisica e del suo tempismo le migliori doti a disposizione per annullare gli attaccanti avversari.
Titolare indiscusso dal 1972 al 1988, ha avuto il merito e la fortuna di incrociare Diego Armando Maradona e di poter godere della vittoria del primo storico scudetto partenopeo.
All'arrivo del fuoriclasse argentino, fu tra i primi a credere ciecamente nella capacità di quest'ultimo di condurre gli azzurri a vincere finalmente l'agognato tricolore.
Proprio al fine di responsabilizzare lo straordinario numero 10, decise di cedergli la sua fascia di capitano.
Ancora oggi è celebre tra i tifosi il filmato, girato durante i festeggiamenti per il primo tricolore, nel quale il buon Beppe sottolinea come sia stata azzeccata la sua scelta di donare la fascia di capitano a Diego, in cambio del desideratissimo scudetto, arrivato nel 1987.
Operante soprattutto come terzino destro, si disimpegnava egregiamente anche come stopper.
All'epoca i ruoli erano più delineati e la "marcatura ad uomo" era il sistema di gioco più diffuso.
Proprio in tale sistema di gioco, il difensore campano riusciva a dare il meglio di si.
Senza rinunciare anche a metodi duri, difficilmente il suo avversario diretto riusciva a spuntarla.
Nonostante le indubbie doti, non ebbe mai la soddisfazione di approdare in Nazionale dove era chiuso dallo juventino Gentile prima e dall'interista Bergomi dopo.
Non mancarono aspre polemiche sul mancato impiego di Bruscolotti in Nazionale.
Soprattutto tra la fine degli anni Settanta e primi anni Ottanta, nel periodo di maggior fulgore tecnico-fisico, la sua convocazione sembrava ormai cosa scontata.
L'opinione pubblica ha sostenuto a più riprese che l'unica vera ragione dell'esclusione di Bruscolotti dalle selezioni nazionali fosse la militanza nel Napoli.
Nonostante questa mancanza, il difensore azzurro ha sempre manifestato il suo attaccamento al club azzurro, non vagliando mai l'opportunità di cambiare casacca.
Ha potuto militare al fianco di fuoriclasse assoluti del calibro di Ruud Krol e del già citato Diego Armando Maradona.
Così come accade con tutti i gentiluomini, Il tempo alla fine gli ha dato ragione.
E' divenuto un vero monumento del Calcio Napoli.
Un'icona che il tempo non sembra scalfire minimamente.
Ancora oggi, con 511 gettoni di presenza, è il calciatore che può vantare più presenze nel club.
In questa speciale classifica sembra destinato a cedere il passo a Marek Hamsik, premiato daBbruscolotti stesso per il raggiungimento delle 400 presenze con la maglia azzurra alla fine della scorsa stagione.
Comunque sia, a quasi trent'anni dal suo ritiro, resta uno degli ospiti più apprezzati delle numerose trasmissione radio-televisive in onda in Campania e uno dei personaggi più amati dai tifosi azzurri, di qualsiasi età.
Purtroppo ha chiuso la sua carriera con una cocente amarezza, ovvero la perdita dello Scudetto nel 1988.
In quella stagione, dopo aver dominato il torneo quasi fino alla fine, proponendo un calcio super spettacolare, grazie soprattutto al celeberrimo trio d'attacco formato da Maradona, Giordano e Careca (Ma.Gi.Ca.), si ebbe il tracollo nelle ultime cinque giornate di campionato e il sorpasso subito dal Milan di Sacchi.
Si sprecarono fiumi d'inchiostro su quell'inopinata sconfitta, facendo passare sotto traccia l'addio al calcio giocato del mitico "Pal 'e Fierro".



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