Opinione su Harry Potter e la maledizione dell'erede - J. K. Rowling: Delusione

Delusione

14/11/2017

Vantaggi

copertina

Svantaggi

personaggi, trama, incoerenza


Leggendo la quarta di copertina prometteva molto bene, infatti sembra che riprenda da dove ci aveva lasciato l’ultimo volume della saga di Harry Potter, il quale, adesso, ha tre figli ed i due più grandi vanno ad Hogwarts ma uno di loro in particolar modo non riesce a gestire al meglio il peso di essere il figlio del famoso Harry Potter. Oltre a questo, sembra che il passato torni a perseguitare la tranquillità della loro famiglia e non sarà facile farci i conti.
Il volume uscì nel 2006 ad un prezzo di 16,83 euro anche se, inizialmente, non ne era prevista la vendita. Infatti si tratta di una sceneggiatura teatrale, non di un romanzo vero e proprio, per uno spettacolo andato sulle scene in Inghilterra.
La sceneggiatura, tra l’altro, non è stata scritta da J. K. Rowling, anche se sicuramente ha dato il suo contributo, ma da John Tiffany e Jack Thorne che si sono basati sui romanzi della scrittrice. Questo avrebbe dovuto già mettermi in allarme e mantenere le aspettative più basse.
La copertina è accattivante, personalmente è la cosa che mi è piaciuta di più, con questo sfondo ocra ed un rimando al boccino d’oro che viene rappresentato come una sorta di nido ma appena ho cominciato a leggerlo, sono rimasta molto, troppo delusa; tanto che non lo considero nemmeno facente parte della saga, la quale, per me, si è conclusa con il settimo volume.
Il fatto che si tratti di una sceneggiatura, per quanto mi riguarda, non ha creato problemi a livello di comprensione del libro. Ovviamente tutto ha un ritmo molto più veloce e scorrevole, se così si può dire, non ci sono interruzioni provenienti dai pensieri dei personaggi o focus sui particolari di una stanza, è tutto molto semplice, lineare, poco approfondito, il che, all’appassionato di questi romanzi, apparirà come una grossa mancanza. Se c’è una cosa che non si può dire dei romanzi della Rowling è che mancano di approfondimenti. Non sono mai stati banali, ogni cosa era pensata e calibrata in ogni minimo dettaglio, nulla veniva lasciato al caso e questo libro, non è il degno successore degli altri sette.
Sicuramente l’impressione che se ne doveva avere, assistendo alla rappresentazione, doveva risultare migliore rispetto alla lettura; sono dell’idea che leggere una sceneggiatura abbia un senso se si è vista anche la trasposizione cinematografica o, in questo caso, teatrale ma a parte questo, il problema principale di questo lavoro, è la trama. Trama che non ha senso di esistere. A parer mio, nessuno dei lettori di Harry Potter si sarebbe mai sognato di far proseguire la storia in questo modo perché ci sono delle falle allucinanti, dei contro sensi che solo chi non ha letto o non conosce approfonditamente il passato dei personaggi, di tutti i personaggi, avrebbe potuto ideare.
Immagino che ci sia voluto il consenso della Rowling per poterlo mettere in scena e su carta e, se così è, mi chiedo come abbia potuto darlo.
Non posso sviscerare punto per punto o rivelerei troppo della storia ma personalmente non è un libro che ha senso di esistere. Avrei preferito di gran lunga non leggerlo affatto.
Anche i personaggi, ritroviamo Harry, Hermione, Ron, Ginny, Draco Malfoy e via discorrendo, non sono la versione più matura di quelli che avevamo lasciato; sono delle comparse. Ogni tanto entrano in scena ma Harry più che un padre sembra ancora un sedicenne che discute con un coetaneo più che con suo figlio. Uno dei protagonisti è appunto il secondo genito di Harry, Albus, e quasi tutte le scene sono imperniate su di lui ma sembra quasi che genitori non ne abbia e che non esistano nemmeno i professori in quella scuola. Agisce e si mette nei guai come se potesse fare tutto a qualsiasi ora e dove vuole.
Sicuramente, per esigenze di copione, i tempi erano ristretti e c’era necessità di non andare troppo per il sottile ma qui si è esagerato. Si faceva prima ad omettere certi personaggi e farli apparire solo nel finale della storia.
Si è cercato di creare Albus come l’antitesi del padre: senza amici, una schiappa a Quidditch ed il suo migliore amico è il figlio di Draco Malfoy, Scorpius, anche lui completamente l’opposto rispetto al genitore.
Inutile dire che questa amicizia non è vista di buon occhio da nessuno dei due padri ma era scontato, così come è superfluo dire che i due se ne freghino altamente.
Alla fine lo scopo di Albus è quello di smettere di vivere nell’ombra del padre e cercherà di farlo in un modo tutto suo, talmente contorto ed incoerente che stentavo a credere a ciò che stavo leggendo.
Scorpius sembra più un cagnolino scodinzolante per il carattere che dimostra ma alla fine nessuno di loro ha una personalità propria, sono solo delle figurine.
Se si crede di ritrovare il magico mondo di Harry Potter così come lo si era conosciuto anni fa, scordatevelo. E’ una sceneggiatura creata per i fan e, a mio parere, per cavalcare l’onda del successo dovuto alla saga ma non le dona un valore aggiunto e personalmente è stato uno spreco di soldi. Una vera delusione.
Non lo considero un sequel, per me è una cosa a sé stante, autonoma, della quale si può fare a meno.
Non lo consiglierei nemmeno ai più appassionati ma se si vogliono collezionare tutti i libri che ruotano intorno a questa saga, è da avere. Ha un valore più per i collezionisti che per i soli lettori.

Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.

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midorisakura

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